La vera pandemia in atto è la “paura liquida”. E la malaria.
Brutta notizia: nel 2009 l’influenza causerà sicuramente più di 36.000 morti negli Stati Uniti. Buona notizia: si tratta della comunissima influenza che Ippocrate descrisse circa 2.400 anni fa. Negli anni ’90 c’erano 20.000 morti di influenza l’anno. I morti a causa della vecchia influenza sono sempre di più perché la mortalità è più alta tra gli anziani e il loro numero aumenta. Un dettaglio dimenticato: la gran parte di quelle morti sono evitabili. Basterebbe vaccinare tutti gli anziani, ma nessuno ha ancora trovato il coraggio di un piccolo cambiamento che salverebbe migliaia di vite.
Stando ai fatti dunque, dovremmo aver paura della vecchia influenza, non di quella nuova di cui per ora si sa pochino. E, come mai nessuno l’inverno scorso si è sognato di andare in giro con le mascherine o controllare tutti i passeggeri che arrivavano dagli Stati Uniti?
Di queste contraddizioni della paura globale ce ne sono a decine. Alcune sono davvero madornali. Se un bambino muore per la puntura di una vespa finisce in prima pagina sui giornali. Ma ogni anno 3 milioni di persone muoiono di malaria, cioè di una puntura di una zanzara: sono tutte morti evitabili, ma non causano preoccupazione.
Per il sociologo Baumann siamo vittime della “paura liquida” e nemmeno ne conosciamo i mille volti. Milioni di persone – e sembra che il numero stia crescendo – vivono costantemente con l’angoscia addosso. Molti la definiscono come paura di non essere accettati, di perdere il lavoro, di perdere i risparmi, o che la pensione non basti per vivere. Altri non riescono a capire nemmeno i contorni dell’angoscia che vivono. E c’è chi se la cava nel modo più brillante e moderno: “Ho paura della globalizzazione, dei cambi di vita che ci porterà”. Forse questi ultimi hanno visto giusto. Un po’ tutti abbiamo paura del cambiamento rapido, un futuro prossimo che rende ogni domani molto diverso da oggi.
Sappiamo tutti che l’attuale sistema di sviluppo e di governo dei beni pubblici globali va male. Agricoltura da saccheggio, allevamenti intensivi di maiali o di galline, Ogm, insicurezza alimentare per miliardi di persone, consumismo sfrenato, sprechi, montagne di rifiuti, economia spaventosamente diseguale, accesso senza regole all’acqua e alle fonti di energia rinnovabili, migrazioni, armamenti, criminalità, terrorismo, informazione e democrazie malate: tutto sembra a rischio di sventure globali.
Tutto ciò crea un’ansia diffusa. Allora il virus della nuova influenza ha l’effetto della goccia che fa traboccare il vaso strapieno di paure.
Vorremmo scappare da tanti mali globali e scegliere un futuro giusto. Ci vorrebbe un reset. Però al momento di cambiare, ci comportiamo come la moglie di Lot quando scappava da Gomorra. Non trovò il coraggio di affrontare un futuro diverso e sconosciuto.
Si girò indietro e fu trasformata in una statua di sale.
Aesse, May 2009