(ANSA) – DUBAI, 5 FEB – La contraffazione, “crimine del 21/o secolo”, non può essere combattuta dai singoli governi: cooperazione e coordinamento globale, più risorse, più conoscenza e più sensibilizzazione sono gli imperativi a cui rispondere per debellare un fenomeno che anziché arrestarsi, cresce a ritmi sostenuti.
Sono queste le conclusioni del quarto Congresso mondiale sulla contraffazione e la pirateria che si è chiuso oggi a Dubai, conferenza per la prima volta tenutasi oltre i confini europei e che ha visto una solida partecipazione di relatori provenienti dalla Cina, impero economico dal quale proviene l’80% degli articoli contraffatti.
“Contraffazione e pirateria sono attività estremamente lucrose, più del traffico di droga o di esseri umani, per la semplice equazione bassa qualità dei materiali, alto livello di immunità”, ha spiegato nel suo intervento Sandro Calvani, direttore dell’Istituto interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (Unicri) che ha sede in Italia.
La mancanza di leggi adeguate, l’inabilità di applicarle effettivamente, sanzioni troppo blande sono punti chiave emersi dalla tre giorni di lavori organizzata all’Interpol, dall’Organizzazione mondiale delle dogane (Wco), e dall’Organizzazione mondiale per i diritti d’autore (Wipo) ed indicate come priorità su cui lavorare.
Tuttavia, nonostante le intenzioni e l’ovvietà dei benefici di una omegeneità legale a livello internazionale, il traguardo è ancora difficile da tagliare “perché le posizioni sono distanti”.
“Non c’è ancora consenso su alcuni punti essenziali come i rischi connessi alla contraffazioni, o l’impatto sull’economia o sulle interpretazioni alla lotta alla contraffazione”, ha commentato all’ANSA Calvani, che ha inoltre avanzato agli organizzatori della conferenza la proposta di creare un osservatorio per la raccolta e l’elaborazione dei dati.
Dalle rose alle mele, dalle medicine al petrolio, dalle parti di ricambio agli elettrodomestici, gli articoli contraffatti e contrabbandati per autentici toccano virtualmente ogni settore. Nel 2007 i prodotti falsificati sequestrati hanno raggiunto 200 miliardi di euro, ha indicato Luc Pierre Devigne, direttore del dipartimento Diritti d’autore della Commissione Europea, puntualizzando che la stima non comprende la “pirateria domestica” né il mercato internet.
ANSA, 5 Feb 2008